Il Palazzo Schininà Cosentini è stato costruito alla fine del XVIII secolo per iniziativa di don Mario Schininà Cosentini, un marchese di Sant’Elia il cui stemma è presente sull’ingresso principale. Nel XIX secolo, il palazzo è stato ereditato dai figli Giuseppe e Giambattista che lo hanno diviso in due parti. L’ala sud è ancora di proprietà della famiglia Schininà e qui nel 1841 è nata la Beata Maria Schininà del S.Cuore. L’ala nord, con il grande giardino, è stata utilizzata come sede della Prefettura della nuova Provincia di Ragusa dal 1926 al 1935 e poi ceduta al parroco della chiesa di San Giovanni Battista per diventare sede del Seminario. Oggi ospita anche il Vescovato e gli uffici della Curia Diocesana. Il prospetto a un piano del palazzo, con una elegante parasta bugnata, doveva originariamente occupare l’intero isolato ma è rimasto incompleto. L’ingresso principale del palazzo conduce alle due ali del palazzo: l’ala nord porta in un ampio atrio coperto con una cancellata in ferro battuto mentre l’ala sud conduce in un cortile lastricato. Il palazzo presenta sette grandi balconi, tra cui uno centrale sopra l’ingresso principale con elementi decorativi in stile rococò. Il cortile del palazzo vescovile presenta un sontuoso scalone con eleganti balaustre in pietra e grandi vasi decorativi. Una cancellata conduce al grande giardino, un tempo ricco di specie vegetali rare e oggi ancora presenti alcuni esemplari come le due grandi araucarie. Una notevole caratteristica del prospetto interno è la grande trifora centrale sormontata dalle insegne vescovili di Mons. Francesco Pennisi.
Il Palazzo Zacco è situato nella città di Ragusa e fu costruito nella seconda metà del 18° secolo dal barone Melfi di S’Antonio. In seguito fu acquistato dalla famiglia Zacco, da cui prese il nome. L’edificio presenta due prospetti con sei ampi balconi decorati con stemmi gentilizi e sculture. Tra le decorazioni spiccano quelle sui balconi laterali, con raffigurazioni di musici e volti grotteschi, e quella sulla mensola centrale del balcone destro, con un musico che suona le maracas e un mascherone che si rivolge ai passanti. Anche il prospetto laterale presenta tre balconi, tra cui uno centrale con una sirena e altri con suonatori di flauto e tromba. La cornice dell’apertura è anche decorata con sculture, tra cui la statua di San Michele Arcangelo.
Il Palazzo Bertini è stato costruito alla fine del 1700 per iniziativa di don Salvatore Floridia, lungo la via principale del nuovo insediamento di Ragusa. Nel secolo successivo è stato acquistato dalla famiglia Bertini, da cui ha preso il nome. Il prospetto originale è stato modificato a causa dell’abbassamento e della regolarizzazione della sede stradale nel 1847. Prima di questa modifica, i balconi erano a livello della strada e costituivano gli ingressi dei locali al pianterreno. Il portone d’ingresso originale era più basso e si trovava sotto le paraste. Gli ingressi originali del pianterreno sono una delle caratteristiche più distintive del palazzo, con chiavi d’arco scolpite con tre grandi teste, chiamate “mascheroni”, che rappresentano un mendicante, un nobile e un uomo dell’oriente. Il portone d’ingresso attuale è posto lateralmente e presenta due alte paraste con grandi volute che sorreggono un balcone con caratteristiche linee spezzate. Le aperture dei balconi sono decorate con ricchi intagli e decorazioni, e hanno inferriate panciute decorate con grandi fiori in ferro battuto. All’interno, un atrio conduce alla pregevole scalinata in pietra asfaltica che porta agli ambienti interni riccamente decorati con stucchi e pitture.
Il palazzo, costruito dalla famiglia Nicastro nella prima metà del XVIII secolo e successivamente modificato, si affaccia su una piazzetta attraverso il suo prospetto principale e presenta un grande balcone sorretto da cinque mensole di stile seicentesco. Nel 1776, il barone Ferdinando Nicastro ospitò l’artista e viaggiatore Jean Houel durante il Grand Tour. Nel 1840, il palazzo divenne la sede della cancelleria cittadina, ma con la divisione della città in Ragusa Superiore e Ragusa Inferiore, venne trasformato in una scuola pubblica.
Probabilmente costruito tra il 1762 e il 1767 per una famiglia agiata di Ibla, questo palazzo è stato abitato fino agli anni ’50. La facciata su Corso Mazzini ha uno stile barocco con tre balconi decorati al primo piano, chiamati il “balcone del cantastorie”, il “balcone del benessere” e il “balcone del gentiluomo”. La parte inferiore presenta i tipici mascheroni deformi che sembrano prendere in giro i passanti. Il “balcone della maldicenza” sul lato che guarda la piazza è altrettanto famoso, mostrando cinque maschere di burloni ghignanti, scolpite con animali immondi in bocca come un occhialuto che morde uno scorpione, un animale con un corno che morde un serpente, un mascherone con un topo in bocca e una “maschera bonaria” che guarda lontano. Recentemente, i saloni del palazzo ospitano la manifestazione “Foto Festival” offrendo itinerari fotografici di pregio ai visitatori.
Il Palazzo Sortino Trono venne costruito per iniziativa di don Ignazio Sortino Trono nel 1778 su alcune case della sua famiglia e parte delle mura della città antica. La costruzione si è svolta in diverse fasi per ben 15 anni, finendo nel 1793. Il prospetto principale del palazzo si trova sulla piazza degli Archi e si affaccia sulla balconata chiamata “u cianu ‘re Signuri”, raggiungibile tramite una scala dalla via del Mercato. Il palazzo ha due piani separati da un marcapiano in pietra e cinque grandi lesene con capitelli festonati che dividono la superficie in quattro settori. Il grande portale d’ingresso, leggermente convesso, si trova nel settore a destra e regge un balcone con una cornice lineare in pietra calcare con intarsi in pietra pece. I tre balconi laterali hanno grandi mensole scolpite con motivi vegetali e cornici in pietra calcarea con un fregio “a lambrecchini” di gusto rococò. Ai lati del portone d’ingresso ci sono due piccole aperture ovali e nei tre settori ci sono grandi finestroni con una cornice mistilinea e un fregio a conchiglia. Attualmente il palazzo non è utilizzabile a causa delle condizioni precarie degli interni.
Il Palazzo La Rocca, situato dietro la chiesa di S. Giorgio, è stato costruito intorno al 1765, per iniziativa del barone di S. Ippolito, Don Saverio La Rocca. Resti murari con archi ad ogiva possono essere visti nel seminterrato del palazzo, che è stato costruito lungo la strada principale dell’antico abitato di Ragusa chiamata la “Ciancata”. All’interno del palazzo, incluso nella World Heritage List dell’Unesco, si trova un punto di informazione turistica per promuovere le bellezze architettoniche e paesaggistiche della zona e gli eventi che si svolgono. Il prospetto del palazzo è caratterizzato da sette balconi sorretti da tre mensole in pietra pece e raffigura figure antropomorfe. L’ingresso principale del palazzo conduce ad un atrio con una elegante scalinata a due rampe in pietra asfaltica, che porta alle stanze del piano nobile con arredi settecenteschi come porte laccate e pavimenti in pietra asfaltica ed in maiolica.
Il Palazzo è un edificio situato a Ragusa Ibla accanto alla chiesa della SS. Annunziata. Si distingue per la sua imponenza architettonica e per la raffinatezza delle decorazioni che sembrano essere opera di un abile architetto, probabilmente Rosario Gagliardi. La costruzione è iniziata nel 1724 per iniziativa del barone Grandonio Battaglia, che ha incaricato il capomastro Giuseppe Recupero di dirigerla. Dopo tre anni di lavori, il proprietario ha chiesto al capomastro ragusano Carmelo Cultraro e al figlio Desiderio di “farci l’Affacciata del suo palazzo secondo il disegno di Rosario Gagliardi di Siracusa”. Nel 1748, il palazzo è stato ampliato con l’aggiunta di un’ala nord prospiciente su via Chiaramonte, per iniziativa del barone Giovanni Paolo Battaglia, con l’opera dei capomastri ragusani Silvestro Di Natale e Vincenzo Sbezzi. La facciata principale è costituita da un pianterreno e un primo piano separati da una fascia in pietra, con un portale d’ingresso maestoso e tre balconi del primo piano, il centrale è sormontato dallo scudo araldico delle famiglie Battaglia e Giampiccolo. La facciata a nord è caratterizzata da un grande balcone a tribuna, con una originale modanatura portante e una finestra ovale. Il pianterreno è attribuito al capomastro Giuseppe Recupero, mentre il primo piano è opera dei capomastri Cultraro come esecutori del progetto di Rosario Gagliardi. La facciata a nord è opera di Di Natale e Sbezzi, che hanno mostrato grande abilità nell’integrarla nel contesto esistente e nell’imprimirle un’originalità unica.
L’edificio in stile neoclassico è stato costruito nel 1850 dall’aristocrazia cittadina come luogo per conversare e trascorrere il tempo lontano dalla gente comune. Il prospetto ha tre porte inquadrate da paraste scanalate e un cornicione ornato da triglifi e bassorilievi. Il salone delle feste è decorato con un soffitto affrescato, specchiere dorate, divani di damasco, tendaggi e un grande lampadario in rame. Gli altri locali sono dedicati al gioco e alla lettura e l’edificio dispone anche di un giardino interno.
Il palazzo ha un ingresso imponente con un portale in roccia asfaltica scolpito con lo stemma di famiglia e un cortile che una volta era il luogo di arrivo delle carrozze. La scalinata che conduce al piano nobile è in pietra pece originale e si divide in due rampe. Al piano nobile ci sono diversi salotti, tutti arredati con mobili d’epoca, che si distinguono per caratteristiche particolari come decorazioni o pavimenti originali. Il grande salone della feste mantiene ancora oggi la sua integrità con affreschi, arredi e pavimenti preziosi. In un’ala del palazzo, negli anni ’60, vennero restaurati e arricchiti i pavimenti con marmi pregiati personalmente lavorati dal maestro Li Calzi di Comiso.