fbpx

Chiese di Modica

duomo di san giorgio

La facciata a torre, alta 62 metri, fu costruita a partire dal 1702 e completata nel 1842, con l’apposizione della croce in ferro sulla guglia. La facciata venne realizzata modificando, forse anche con parziali demolizioni, quella secentesca preesistente, di cui non abbiamo documenti o disegni ma che aveva resistito alla forza del terremoto.

La cupola è alta 36 metri. La chiesa ha cinque navate interne e una pianta a croce latina con tre absidi. Vi si arriva salendo una scalinata di 164 gradini, arricchita da un giardino pensile su più livelli, detto Orto del Piombo.

Le navate hanno 22 colonne sormontate da capitelli corinzi. All’interno di può ammirare un organo monumentale con 4 tastiere, 80 registri e 3000 canne, perfettamente funzionante, costruito tra il 1885 e il 1888 dal bergamasco Casimiro Allieri; un dipinto di scuola toscana, “L’Assunta”, del tardo-manierista fiorentino Filippo Paladini (1610); “La Natività” del pittore milanese Carlo Cane (1615-1688), della seconda metà del Seicento; la tela (1671) del “Martirio di Sant’Ippolito del Cicalesius”, una statua marmorea di scuola gaginiana, la Madonna della Neve della bottega di Bartolomeo Berrettaro e Giuliano Mancino, del 1511. Il polittico dell’altare maggiore, composto da ben 10 tavole, venne attribuite per molto tempo al messinese Girolamo Alibrandi come opera del 1513, ma gli storici dell’arte del Novecento e gli studiosi contemporanei hanno attribuito in maniera definitiva l’opera al pittore tardo Bernardino Nigro (1538 – 1590, datandola 1573. Le pale raffigurano le scene della Sacra Famiglia e della vita di Gesù, dalla Natività fino alla Resurrezione e all’Ascensione, oltre a due riquadri con le classiche iconografie dei due santi cavalieri, San Giorgio che sconfigge il Drago, e San Martino che divide il proprio mantello con Gesù, che gli si presenta sotto le vesti di un povero accattone.

Leggi di più

Duomo di San Pietro

Danneggiata dal passare dei secoli e dalle frequenti scosse telluriche in quest’area ad alto rischio sismico, fu a più riprese ricostruita, si conserva ancora una cappella laterale dedicata all’Immacolata che ha resistito anche al terremoto del 1693.

La facciata, scandita da lesene decorate con conci nei plinti e bugnato lungo i fusti, è ripartita in due ordini per mezzo di un cornicione – marcapiano con inferriata. Nel primo si aprono i tre portali sormontati da timpani ad arco spezzato, quelli laterali hanno una decorazione intermedia con volute e sono sormontati da finestre rettangolari sovrastate da corone. Sopra il portone centrare c’è lo stemma con l’iscrizione “MATER ECCLESIA”. Il secondo ordine ospita quattro statue raffiguranti San Cataldo, la Vergine Maria e San Pietro, a destra Santa Rosalia. Nella stele intermedia del terzo ordine delimitata da archi spezzati, campeggia un fregio raffigurante Gesù Cristo in trionfo su raggiera sormontato da volute, sfera, e croce apicale in ferro battuto.

Tre rampe di scalini raccordano con una scenografica gradinata la sede stradale di Corso Umberto I con il sagrato del tempio. Su piedistalli lungo il perimetro sono collocate le statue dei dodici apostoli, chiamati dal popolo “santoni”, opere di Salvatore Ammatuna e del suo discepolo Pietro Petracolo.

L’interno della chiesa, a tre navate e con quattordici colonne con capitelli corinzi, è decorato, a partire dal pavimento, del 1864, con intarsi di marmo bianco, marmi policromi e pece nera. La volta presenta affreschi raffiguranti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento. Vi sono poi sedici medaglioni dedicati ai Santi e ai dottori della chiesa (sull’asse mediano della navata centrale le seguenti raffigurazioni: la Fede, il Sacrificio di Abramo, la Speranza, la Scala di Giacobbe, la Carità, il Re David che compone i Salmi e le Opere buone), ciclo di pitture iniziato nel 1760 circa dal pittore locale Gian Battista Ragazzi con la collaborazione del figlio Stefano, e portati a termine intorno al 1780, probabilmente solo dal figlio. Nella controfacciata è addossata la cantoria su pilastri con il monumentale organo. Ai lati del portale troviamo due mausolei: quello di Giuseppe Campailla del 1858, e di don Carlo Interlandi del 1797.

Leggi di più

Chiesa di santa maria del gesù

La chiesa di Santa Maria del Gesù (1478-1481) e l’annesso convento (1478-1520) furono costruiti restaurando un preesistente edificio francescano del 1343, e grazie alla volontà e alla munificenza della contessa Giovanna Ximenes de Cabrera, al fine di celebrarvi, nel gennaio del 1481, le nozze della propria figlia Anna con Fadrique Enríquez, primo cugino del Re di Spagna Ferdinando il Cattolico.
La chiesa ha uno splendido chiostro a due ordini in stile tardo-gotico, con tante colonnine variamente decorate e ognuna diversa dall’altra.

Leggi di più

Chiesa di San Giovanni evangelista

La facciata della chiesa di San Giovanni Evangelista è stata completata fra il 1893 ed il 1901. L’ultima ridefinizione architettonica della facciata fu operata dal capomastro modicano Giuseppe Garofalo Giannone, su disegno dell’architetto Salvatore Rizza di Avola. Ricca di stucchi decorativi all’interno, con le rappresentazioni dei quattro Evangelisti, vi si conserva il gruppo statuario dell’Addolorata, del Cinquecento, composto dalle statue della Vergine Maria e di Marta che piangono Gesù appena spirato, staccato dalla Croce, e sostenuto dalle braccia amorose della Maddalena.

Leggi di più

Chiesa del
Carmine

Il prospetto è arricchito da un bel portale risalente alla fine del Trecento, già dichiarato Monumento Nazionale all’inizio del XX secolo, sovrastato da un rosone francescano con dodici raggi, il tutto in stile tardogotico chiaramontano. Le parti superiori della facciata e del campanile sono invece sovrastrutture barocche settecentesche post-terremoto.
All’interno, a lato dell’altare, si conserva una cappella tardo-gotica, anch’essa databile alla fine del XIV secolo, riportata alla luce di recente. Sempre all’interno dell’atrio, sulla destra, è esposta una Madonna del latte (secolo XIV): una statua in cartapesta, originale come tema e da considerare una rarità anche per la datazione, essendo coeva all’edificazione della chiesa. Un altare sulla sinistra accoglie il gruppo statuario in marmo bianco dell’Annunciazione, opera di Antonello Gagini. All’interno della chiesa si conserva anche la tavola di Sant’Alberto (forse facente parte di un polittico), dipinta nei primi anni del Cinquecento (durante la sua residenza siciliana fra il 1513 ed il 1517) da Cesare da Sesto, allievo di Leonardo da Vinci. Girando lo sguardo all’indietro, nella cantoria collocata sopra l’ingresso della chiesa, si ammira un piccolo organo monumentale in legno, il più antico fra quelli ancora funzionanti a Modica, datato 1774. Risale al 2006, invece, durante lavori edili di sgombero, il ritrovamento da parte di un privato, proprietario di un locale attiguo alla chiesa sul lato di via Pellico, di un altro portale gotico di fine Trecento. I lavori di recupero – supervisionati dalla Soprintendenza alle Belle Arti – avvisata della scoperta dallo stesso proprietario – hanno portato anche al rinvenimento di una cripta sotterranea, colma di ossa, probabili reliquie dei monaci carmelitani.

Leggi di più

San Nicolò
Inferiore

Costituisce un esempio unico di architettura rupestre con raffigurazioni in stile bizantino in area ragusana, Nascosta dietro un garage, la chiesa in grotta fu casualmente scoperta nel 1987 da un ragazzo che, nel tentativo di recuperare il proprio pallone da calcio, si imbatté nel volto del Cristo Pantocratore dipinto sul catino absidale. situato a Modica Bassa, l’attuale impianto risalirebbe al periodo Normanno: si estende per 9 metri e mostra tre diversi cicli pittorici nello spazio absidale. 

Leggi di più

Chiesa di
San Domenico

La chiesa di San Domenico, detta del Rosario (1678), presenta uno dei pochi prospetti rimasti integri dopo il terremoto del 1693. L’originaria costruzione della chiesa, con l’annesso convento dei Domenicani risale al 1461. Il luogo sacro è ricco di interessanti tele del Cinquecento, e ha una cappella interna, un tempo riservata alla preghiera dei frati, riccamente decorata con pitture murali e pregevoli stucchi. Il convento è sede del Palazzo Municipale, dal 1869, anche se da documenti d’archivio risulta che il consesso dei Giurati (come si chiamavano allora i consiglieri) ivi si riunivano già nel 1626. Nell’atrio è visitabile un’interessante cripta sotterranea (Seicento), scoperta da Giovanni Modica Scala a metà Novecento, contenente resti ossei, attribuibili ai frati domenicani stessi, e che lascia intravedere tracce di affreschi. Il convento era sede, per la diocesi di Siracusa, del Tribunale dell’Inquisizione, o Sant’Uffizio.

Leggi di più

Chiesa di Santa Maria di Betlem

La chiesa di Santa Maria di Betlem è una delle tre antiche collegiate (dal 1645) della città e risale al XIV secolo. La Cappella Palatina, preesistenza architettonica costruita fra la fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento, è un Monumento Nazionale, facente parte dell’apposito elenco dei beni da salvaguardare, istituito intorno al 1930 dal governo del Regno d’Italia.

Leggi di più

Convento e chiesa dei Cappuccini

Il settecentesco convento dei Frati Cappuccini e l’annessa chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, sempre del Settecento, sono notevoli per il perfetto stato di conservazione. Il convento ha un bellissimo chiostro lastricato con suggestive basole di pietra locale, con un pozzo al centro, il tutto tipico delle silenziose e affascinanti costruzioni francescane. La chiesa, cui si arriva percorrendo un vialetto circondato da alti cipressi, nasconde al suo interno due capolavori scultorei in legno indorato, un reliquiario e la custodia del Santissimo Sacramento.

Leggi di più

Santuario della Madonna delle Grazie

L’edificazione del santuario di Modica fu decisa in seguito al ritrovamento in loco, il 4 maggio 1615, di una tavoletta di ardesia raffigurante la Madonna con in braccio il Bambino; la narrazione riporta che tavoletta bruciò incessantemente per tre giorni, dentro un cespuglio di rovi, senza consumarsi, per cui si gridò al miracolo, ed il popolo volle che ivi fosse innalzata un edificio di culto. I lavori, affidati all’architetto siracusano Vincenzo Mirabella, iniziarono subito, subendo una momentanea interruzione per la sopraggiunta morte del Mirabella, nel 1624. Un mausoleo all’interno ne contiene i resti mortali. Risalgono ai primi del Seicento il portale laterale, con le sue finissime decorazioni di stile tardo rinascimentale sotto il timpano spezzato, e probabilmente la torre campanaria alla sinistra del colonnato sul prospetto principale, peraltro rifatto, quest’ultimo, dopo il terremoto del 1693, in stile tardo barocco, con le robuste colonne binarie sporgenti, che ricordano quelle del Duomo di San Giorgio. La Madonna delle Grazie fu proclamata patrona principale di Modica con decreto vescovile del 3 agosto 1627, come da richiesta della civica assise risultante nella Copia Consilii Civitatis Moticae del 1626, trovata presso l’Archivio generale dell’Ordine Carmelitano in Roma. Un dipinto sulla volta dell’abside, in cui campeggia Maria sullo sfondo della città, recita: Ecce Mothuca Mater Tua. Nel gennaio 2015 il santuario è stato elevato alla dignità di basilica minore.

Leggi di più

Sponsor Project

Modica da Visitare